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Qui sotto ci sono due brevi articoli scritti per Il Foro Sociale Mondiale e tradotti in Italiano:
Le donne sono state emarginate dal patriarcato e persino adesso, sebbene
siamo state assorbite dal mercato a tutti i livelli ed abbiamo partecipato
ai movimenti per il rinnovamento sociale, spesso noi sembriamo rimanere
aggiunte, variazioni su di un tema composto da uomini. La ragione di tutto
ciò è che le istituzioni sociali, così come il mercato, il governo e le
organizzazioni religiose, sono basate sulla socializzazione del genere
maschile che dev'essere il binario opposto alla madre che nutre. Il ruolo
maschile sembra includere la dominazione, il successo e l'indipendenza
mentre quello femminile sembra essere il ruolo del sostentamento e della
dipendenza. Anche quando gli esseri umani non agiscono sempre in conformità
a questi modelli, le istituzioni che sono state create per organizzare la
società confermano e ripropongono questi valori. I valori del capitalismo
coincidono con i valori che sono stati assegnati socialmente al genere
maschile. Questa è la ragione per cui noi diciamo che il capitalismo è
patriarcale. Per creare un cambiamento sociale più duraturo, sia le donne
che gli uomini hanno bisogno di compiere un'analisi dell'economia
patriarcale che colleghi i valori e i processi dell'economia con i valori
ed i processi di un'erronea socializzazione di genere. In questo modo
potremmo vedere come la struttura mentale dell'individuo sia connessa ai
processi collettivi. Dato che i valori del patriarcato sono stati
istituzionalizzati e generalizzati, le donne possono seguirli altrettanto
bene come gli uomini. I valori rimangono patriarcali anche quando sono le
donne a promuoverli e anche quando le istituzioni stesse appaiono
"neutrali".
C'è una visione del mondo alternativa non riconosciuta ed una logica di
vita alla base di tutto il funzionamento della società. La logica del
mercato è lo scambio, dove un bene è dato per ricevere il suo quantitativo
equivalente, un bisogno è soddisfatto affinché soddisfi il proprio bisogno.
Il processo alternativo è la pratica del dono dove un bisogno è
riconosciuto e soddisfatto direttamente. La pratica del dono è orientata
verso gli altri mentre lo scambio è orientato verso l'Ego. La pratica del
dono dà valore a colui che riceve e stabilisce una connessione fra chi dona
e chi riceve. Lo scambio dà valore soltanto all'Ego di chi scambia. Lo
scambio crea posizioni antagoniste e competizione mentre la pratica del
dono crea cooperazione e comunità. Molte società precapitalistiche avevano
importanti elementi di pratica del dono a livello economico e culturale.
Il capitalismo patriarcale si è sviluppato attraverso i secoli mentre
diffondendosi nel mondo ha continuamente risucchiato, laddove queste
esistevano, le economie basate sul dono. Uno spazio che non può sopraffare
è quello delle pratiche materne. I bambini nascono dipendenti cosicché
hanno bisogno di ricevere libera pratica del dono per sopravvivere. Alcune
persone, perciò, devono continuare ad essere educate a dare doni
liberamente, e questo ruolo continua ad essere assegnato alle donne. Poiché
gli uomini sono stati educati come genere che non cura che è assunto come
norma umana, nell'economia capitalista e patriarcale, le pratiche di cura
sono svalutate ed fatte apparire come istintuali e disistruttive. Una
guerra generalizzata, anche se spesso inconscia, è continuamente fatta
contro l'idea della pratica del dono. In realtà, comunque, le donne stanno
praticando una strada di economia alternativa, una modalità di produzione e
distribuzione che già esiste al disotto dell'economia dello scambio e che
ad essa è necessaria. Il lavoro domestico gratuito svolto dalle donne, che
può essere considerato un dono al mercato, aggiungerebbe come minimo il 40%
al PIL della maggioranza dei Paesi, se fosse calcolato in termini monetari.
Infatti il mercato richiede doni di tutti i tipi ma li rinomina con termini
differenti così da misconoscere la loro caratteristica originaria. Il
profitto, che motiva il mercato, è in realtà un dono gratuito sebbene
influenzato o forzato dato dal lavoratore al capitalista. Il valore in
eccedenza è quella parte del tempo lavorativo non coperta dal salario del
lavoratore, ed è quindi gratuito per il capitalista come profitto. Recenti
sviluppi, come ad esempio il brevettare forme di vita e geni, mostrano come
il capitalismo patriarcale assuma il controllo e trasformi i doni in
prodotti. Le forze della globalizzazione sfruttano sempre più doni a
livello internazionale, dal Sud al Nord.
L'economia dello scambio necessita di dirigere e controllare il
flusso dei liberi doni in modo da creare una scarsità artificiale tramite
lo spreco e l'accumulazione di beni nelle mani di pochi. La scarsità è
necessaria perché se vi fosse abbondanza per tutti, ognuno potrebbe
soddisfare i bisogni direttamente e partecipare ad un'economia del dono
senza dover servire il sistema di mercato che potrebbe quindi perdere il
controllo. Non c'è un mercato giusto. Non c'è un commercio equo. Il mercato
deve sfruttare (e questo significa l'appropriazione dei doni) per poter
sopravvivere.
L'economia del dono liberata dal suo asservimento al capitalismo
patriarcale è la base economica di una superstruttura di idee e valori che
possono spostarci verso un cambiamento sociale. Nell'assumere il paradigma
del dono e nel ripensare i processi e le definizioni patriarcali, possiamo
trovare una strada radicalmente diversa ma accessibile per uscire dalla
situazione disastrosa in cui il capitalismo patriarcale ci ha portato. Le
donne, che hanno praticato il paradigma del dono per secoli, necessitano di
divenire coscienti di questo e della dignità, dei loro valori alternativi e
quindi condurre il movimento in questa direzione. Gli uomini possono dare
il dono di riconoscere le struttura patriarcali e di cooperare per
cambiarle.
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